L’autunno ha il sapore adolescente delle partite selvagge a calcio, ai giardini pubblici, con qualsiasi tempo. Ci si dava appuntamento il giorno prima e se mancava qualcuno lo si andava a cercare a casa.
Era divertimento vero, sano, semplice.
Ci si prendeva in giro, ma senza umiliare. Tutti sempre pronti a difendere il più debole, non a isolarlo e lasciarlo solo.
I miei autunni adolescenti hanno il sapore di nomi e cognomi che non ho dimenticato, di soprannomi, di risate su un muretto, delle ragazze che giocavano con noi e non passavano il tempo a contare quanti follower avevano sui loro profili Facebook o Instagram. Ragazze vere, autentiche, semplici.
Questi autunni sono preistoria per gli adolescenti di adesso, tutti presi a gestire la loro immagine, convinti che per esistere bisogna per forza contare quanti like si ricevono, che perdono momenti con amici reali che non torneranno più.