#shottinobar – COPPI – È un racconto scritto per il Penelope Story Lab.
Eccolo che entra, il campione, preciso come al solito, con il cronometro in mano e la medaglia al collo.
È d’oro, dice lui, vinta tanti anni fa ai mondiali di ciclismo al posto mio. Non è vero, lui è arrivato secondo dietro di me. Anzi terzo.
Guardo Marco che fa girare l’amaro nel bicchiere prima di mettermelo davanti.
«Hai visto? È arrivato anche oggi con la mia medaglia, me l’ha rubata.» l’amaro fa proprio schifo.
Marco fa il cameriere e mi porta sempre un amaro che nemmeno ordino.
«Giulio, tu non sei Coppi e lui non è Bartali».
«Tu lo difendi! Dovresti buttarlo fuori dal bar!».
«Giulio, dai che non ti fa bene gridare».
«Coppi, io sono Coppi.» lo fa apposta.
«Forza Coppi, è l’ora delle visite. Andiamo».
«Perché sono in galera?».
«No, ma sei in ospizio.» mi piglia per un braccio «Andiamo che tua figlia ti aspetta».