FOLLIA – PRIMO IMPATTO

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Come pendolare non puoi abituarti alla follia della gente, non potrai mai farlo. Ogni volta che credi di aver visto tutto il possibile, arriverà qualche essere a farti ricredere.
Il primo impatto con la gente strana che circola nelle stazioni è arrivato una mattina autunnale, quando ancora non avevo fatto amicizia con altri sfigati “treno dipendenti” come me.
Il cielo plumbeo segnalava già la sua voglia di deliziarmi con un bel temporale che avrei affrontato con il mio intrepido ombrellino da circa sessanta centimetri di diametro.
Il convoglio arrivò, ovviamente in ritardo, salii su una carrozza qualsiasi, a caso, non ero ancora dipendente dalla posizione fissa. Mi sedetti e davanti a me non c’era nessuno, osservai un po’ i presenti, un’occhiata qua e là, curiosando i comportamenti altrui.
Ogni pendolare che si rispetti lo fa.
Molte persone tendono a sonnecchiare, almeno ci provano, altre leggono o ascoltano musica, alcuni manifestano comportamenti decisamente strani.
Quella mattina, in una delle fermate successive salì una tizia alta, con i capelli di paglia, due sassi neri al posto degli occhi e un abbigliamento decisamente retrò, probabilmente  usato dalla regina d’Inghilterra in gioventù.
Gironzolò nel vagone semi vuoto, a caccia del posto ideale, continuando a sedersi e rialzarsi, mentre il vagone iniziava a perdere posti stazione dopo stazione. Alla fine scelse un sedile poco più avanti, sulla diagonale destra, e avendo la visuale libera cominciai a notare tutti i sussulti che la sua testa compiva a causa dei numerosi tic nervosi.
Continuava a voltarsi da tutte le parti, allungava il collo, fissava tutti facendo smorfie con la bocca, finché si alzò di scatto iniziando a sbraitare un nome di donna che ora non ricordo. Nel frattempo il treno si era fermato per raccogliere altra gente e lei vide chi stava aspettando.
Sbraitò il nome ancora una volta e la nuova arrivata si voltò sorridente raggiungendo il posto tenuto in caldo per lei.
Iniziarono a parlare di cose assurde e dopo dieci minuti montò la mia rabbia assassina, non tanto per le cose di cui parlavano, ma per il fatto che gridavano il loro fatti a tutto il vagone.
Con il dovuto rispetto, alle sette del mattino, vorrei stare un po’ tranquillo e magari riuscire a leggere un buon libro in santa pace.
La gente iniziò a fissare le due donne con sguardi di sofferenza e io volevo essere nella testa di quelli che erano vicino a loro. Volevo sentire i loro pensieri e istigarli all’assassinio come il gatto diavoletto su Tom.
L’altra donna apparteneva agli anni sessanta, o giù di lì, l’abbigliamento lo dimostrava in pieno e spiegava alla sua amica argomenti di psicologia. Forse cercava di curarla mossa a compassione o forse tutte e due non erano tanto a posto e si erano trovate a viaggiare insieme.
La vita da pendolare ti insegna che i disturbatori si aggregano, spesso in gruppetti, e che la stessa cosa vale per i fuori di zucca.
Gli scienziati disoccupati potrebbero studiare il comportamento dei pendolari e trovarci un teorema matematico, sicuramente sarebbe applicabile ovunque nel mondo.
Nel frattempo io ho elaborato la mia proporzione: due fuori di zucca stanno a tre disturbatori come la multa sta all’abbonamento dimenticato a casa.
Finalmente giunsi a destinazione, le due donne si alzarono contemporaneamente invadendo il corridoio quasi davanti a me. Si dondolarono verso l’uscita e sulla banchina del treno si salutarono dandosi appuntamento per il giorno dopo, stessa carrozza.
Io da quel giorno ho cambiato vagone.
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2 commenti su “FOLLIA – PRIMO IMPATTO

  1. Interessante e anche un po’ divertente . Certo che stare
    Al tuo posto tanto divertente non deve essere stato.
    Vedila a questo modo da pendolare fai esperienze che noi non pendolari non faremo mai.

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