COSA SIAMO?

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Le necessità cambiano le prospettive e con esse la visione delle cose.

Abbiamo sottovalutato ciò che stava arrivando, ne abbiamo deriso il potenziale, abbiamo archiviato la paura facendoci scudo con la distanza dimenticando quanto, in realtà, il mondo sia piccolo.

All’improvviso il sogno diventa incubo, la libertà di cui ci fregiavamo termina, l’incertezza assume le forme di un demone invisibile che può passarci accanto e ignorarci, oppure decidere che siamo fatti per lui.

All’improvviso, la necessità è sopravvivere.

Resistere alla prigionia in casa, alle code per la spesa, a evitare i contatti che prima avevamo con chi amiamo, ai bollettini di guerra giornalieri.

Perché è una guerra senza armi né rifugi.

Allo stesso tempo stiamo riscoprendo il cielo senza il costante brusio degli aerei, l’odore dell’erba appena tagliata, i profumi insoliti della primavera che prima erano coperti dal puzzo dello smog, il silenzio delle città senza auto.

Stiamo ritrovando un mondo che avevamo perso e dimenticato.

Quando ne usciremo, perché così sarà, avremo il conteggio delle vittime totali a memoria di questa guerra e la speranza che non si ripeta più.

Servirà a far capire all’essere umano che all’universo di lui non interessa nulla?

Che siamo parte integrante di un sistema e non il proprietario dominatore?

Il virus ci ha schiaffeggiati ricordandoci che siamo tutti uguali: uomini e donne, ricchi e poveri, credenti e atei, non distingue il colore della pelle e nemmeno la forma degli occhi.

Quando tutto sarà finito, lo ricorderemo questo?

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