Scrivere un romanzo porta a porsi innumerevoli domande ancor prima di passare a scrivere ciò che si ha in mente.
Tutto nasce da un’idea improvvisa, una situazione vista, una frase ascoltata o qualsiasi cosa avvenga che fa immaginare una storia da raccontare, poi inizia quella che viene da alcuni definita “progettazione”.
Nei vari libri o articoli in rete che ho letto, i consigli di altri autori sono legati allo schematizzare la trama, i personaggi, i capitoli, insomma creare tutta la struttura della storia ancor prima di iniziare la stesura vera e propria del romanzo, o racconto che sia. Questo, in realtà, è quello che viene spiegato in diversi libri sulla scrittura, ma nella pratica è, secondo me, un grande impedimento alla creatività.
Ho sperimentato diversi metodi per progettare un romanzo e sono sempre finiti con una grossa perdita di tempo, nel modificare in continuazione trama, personaggi, nel riscrivere la struttura dei capitoli, e i capitoli stessi, insomma un continuo ricominciare da capo.
Probabilmente non tutti siamo adatti a schematizzare, ciò che funziona per altri non va bene per alcuni, ma ho capito perché i racconti li scrivo più facilmente.
Scrivere un racconto è molto più difficile dello scrivere un romanzo perché esso è l’ingrandimento di un particolare e deve avere inizio e fine in poche pagine, eppure mi sono reso conto che mi è più semplice scriverlo perché non progetto nulla a priori, lascio che la storia venga fuori da sola e che arrivi alla sua fine naturale.
Il fatto è che scrivo molto spesso racconti destinati a concorsi e il tempo è poco, soprattutto per chi come me lavora e fa il pendolare, quindi non mi passa per la testa di progettare, prendo il tema richiesto e comincio a buttare giù qualcosa continuando a modificare la storia con tutto ciò che mi viene in mente durante la stesura e le correzioni.
In conclusione, probabilmente io sono fatto per andare a naso nella stesura di un romanzo o di un racconto e penso che ognuno abbia un suo iter non standardizzabile per scrivere.